Lo Smartworking resiste… Perché no?

Tra le parole più in voga nel 2020, storpiate dalle nonne e tradotte in call pigiamati e merende a tutte le ore. Eppure, lavorare da casa è una consuetudine rimasta tra noi anche post-pandemia. Perché? E soprattutto, cosa ci serve per mantenere la stessa efficienza che in ufficio?

Smart working è una parola attecchita nel nostro vocabolario nel lontano 2020. Lontano? Beh, per molti versi si, c’era un clima da trincea, portavamo guanti e mascherine e nei supermercati si litigava per l’ultimo pacco di farina: il futuro distopico di tanti film hollywoodiani era il nostro presente.

La parola smart working ha messo radici immediate e così profonde da spintonare nel dimenticatoio la nostrana traduzione “lavoro agile” – che effettivamente apriva a svariate interpretazioni all’italiana – e resiste ancora oggi nei contratti di lavoro. Si, perché, se c’è l’accordo tra azienda e lavoratore, lo smartworking si può fare, così almeno succedeva nell’appena concluso 2024.

Le derive dello smart working: te le ricordi?

Accolto con entusiasmo da chi, nei primi giorni, si appollaiava sul divano per ore, aspettando gli annunci serali del Presidente Conte e buttando via giornate intere senza un minimo di routine. Snobbato dai boomer, che non credevano che si arrivasse a tanto e già speravano di riposarsi un po’ e far gare di pizza con i vicini tutte le sere, tra lievitazioni lunghe ore e pomodori fatti crescere nell’orticello sul terrazzo. 

Abbracciato con nonchalance da una vastissima popolazione di giovani e precari, già abituati a improvvisare scrivanie in treno, a casa della zia a Natale, a bordo piscina con gli amici “statali” in ferie: loro sì che hanno incarnato il giusto mood. Loro, con pantofole e pigiama dalla vita in giù, capacissimi di sfoggiare un mezzobusto da TG1 per la call del lunedì, gli stessi che trasformavano i weekend in rave virtuali su HouseParty e scaricavano per i genitori pietrificati dall’isolamento i vari Zoom o Skype per riunioni di famiglia e chiacchiere con gli amici.

C’è stato poi chi si è inventato un business proprio grazie alla quarantena: vi è giunta voce di giovani start-up che organizzavano location dedicate proprio allo smart working, a metà tra retreat e beauty spa e contemporaneamente attrezzate delle migliori tecnologie? Pacchetti workation da destinare ai migliori dipendenti, come benefit o regalo anche al di fuori di un’emergenza sanitaria… geniale, no?

Come abbiamo retto?

Domanda che tanti si sono posti una volta passata la bufera e che si sfaccetta in due interpretazioni, che ci hanno riguardato tutti da vicino. Una: “ma come abbiamo fatto a sopravvivere ad uno stato d’allerta generale, dove toccava comprarsi un cane per passeggiare più in là della propria via, quando le quattro mura di casa erano lo scenario di mattina, pomeriggio, sera… si, come abbiamo fatto a non impazzire o uccidere qualcuno?”

E l’altra: “ma come abbiamo retto con due o più uffici “domestici”, una o due scuole online, film in streaming a tutte le ore, tornei di ogni possibile sport e giochi di ruolo fino a notte fonda? Come ha fatto la nostra tecnologia a reggere così tanto, tutto d’un tratto?”

Negli uffici di Wispone, quando anche noi parlavamo in call da una stanza all’altra e svolgevamo il nostro lavoro il più remotamente possibile gli uni dagli altri, ci siamo subito interrogati sul tema e preparati allo tsunami di richieste: connessioni veloci e stabili, sufficientemente potenti da reggere DAD, studio online e i lavori di mamma e papà; linee di backup per garantire anche le videoconferenze più sfidanti; upgrade alla fibra dove l’infrastruttura lo permetteva. E, non da ultimo, sessioni di assistenza da remoto a vere e proprie crisi isteriche per momentanee interruzioni della connessione o, peggio ancora, guasti al sistema.

Quello che possiamo dire, ora che ci sentiamo al sicuro, è che la situazione di emergenza ha sollecitato l’intero Paese, che si è dato una mossa: tante aziende hanno innescato la digitalizzazione e contribuito a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei propri dipendenti.

Persino noi, che siamo in moto perpetuo da quando siamo nati, abbiamo preso la rincorsa e, ancora oggi, dedichiamo una bella fetta di risorse alla ricerca di sempre migliori prodotti. Spoiler per gli affezionati del lavoro da remoto: in arrivo un backup tramite SIM per i privati, per avere una linea in più e restare connessi anche col peggiore dei temporali!

Per informazioni su questa e altre attivazioni, contattaci nel nostro ufficio di Chiaravalle: 071 920 6695

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